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IL TAMBURELLO IN RUSSIA, A MOSCA

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E' certamente stata una delle trasferte di promozione della palla tamburello, condivisa anche con il CONI, più interessanti e piena di emozioni.

Il calore dei Responsabili del Parco Culturale “ETNOMIR” si è fatto sentire fin da subito, nell’accoglienza del Team italiano il pomeriggio del 18 aprile.

I quattro atleti/tecnici, Giovanni Crosato, Nicola Merlo, Giuseppe Olivieri e MirKo Piazza, provenienti da quattro regioni del Nord d'Italia di forti tradizioni tamburellistiche - ossia il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e il Trentino - hanno portato con loro un bagaglio di cultura sportiva certamente ricco di esperienze da proporre.

E' forse uno degli aspetti da noi più sottovalutato, ma è proprio questa cultura che abbiamo dentro, questo modo di vivere in questo caso il nostro Sport - a partire da una competizione agonistica per passare ad un torneo di campanile per arrivare ad un’amichevole con la Russia - che porta noi italiani ad essere ammirati e rispettati per quello che siamo, per quello che facciamo e per come lo viviamo.

Forse la miglior frase di sempre, sportiva, era proprio quella di Torino 2006 “The passion lives here” e nel nostro caso, certamente la passione l’ abbiamo trasmessa alla grande in Russia.

Così, il 19 e il 20 aprile l'Italia del Tamburello ha partecipato al “Festival italiano” che comprendeva anche un concerto con artisti italiani e russi ed altre manifestazioni e si è avuto modo di far provare a giocare a tamburello decine e decine di persone, sopratutto giovani.

Il 19 aprile la giornata si è aperta con una bella conferenza con la partecipazione di molti giovani provenienti dall'Università dell'amicizia dei popoli, grandissimo istituto (35.000 studenti) moscovita che ha fatto da “padrino” al team russo ai mondiali di Mantova lo scorso mese di dicembre 2013.

Si è così consolidato un rapporto sportivo con gli atleti che erano presenti in Italia al Campionato mondiale e spiegato ad altri come nasce si pratica il tamburello.

Il giorno seguente c’è stata l'occasione di disputare un “vero” incontro con il team russo, che ha portato ai bordi del campo un pubblico appassionato che seguiva con interesse il gioco.

Quindi il 21 aprile direzione Mosca per una visita guidata offerta dall'organizzazione del Parco “Etnomir” ed il 22 aprile visita ufficiale all'Università RUDN.

E' certamente inusuale per noi tamburellisti essere recuperati da ben du cosiddette “autoblu” in centro a Mosca, per un incontro, in grande spolvero, con il Preside dell'Università.

Riunione e meeting molto seri, molta determinazione da parte di un Preside che chiedeva come mai non fossero mai stati informati prima dell'esistenza di questo meraviglioso sport.

Tutti i presenti hanno fatto subito capire i loro propositi e si sono seriamente poste le basi per la formazione di 6 Club russi in sei regioni diverse per creare la Federazione russa di Tamburello.

Seduti a quel tavolo ci si sarebbe aspettato forse solo un caloroso saluto formale ma i russi non scherzano mai, dunque se si era lì, si era lì per lavorare e loro non si sono fatti trovare impreparati, avanzando proposte molto concrete.

Un successo perché questo modo di procedere, così serio, deciso, determinato non solo rende merito a chi lavora e si sforza per lo sviluppo della disciplina ma dà certamente importanza e considerazione alla disciplina stessa.

Nessuno può negare inoltre l’immagine che garantisce ad uno sport come il nostro una grande Nazione che lo pratica come la Russia.

Dunque questo è un evidente  caso di "Made in Italy" che noi abbiamo avuto la fortuna di esportare per primi in una Nazione dove il "Made in Italy" è sinonimo di eccellenza, di meraviglia e per tutti di un sogno: e questa volta il sogno si chiama PALLA TAMBURELLO!

Si dice che quando una persona parta dalla Russia lasci sempre dietro un pezzo di cuore...... e si può confermare che sia proprio cosi!

L'augurio non può che essere quindi quello di continuare, guardando avanti e pensando ad ulteriori, straordinari obiettivi.